martedì 22 febbraio 2011

Il potenziale femminile

"Scava dentro di te, perché dentro di te è la fonte del bene e zampillerà senza fine, se continuerai a scavare..." (Marco Aurelio)

Awalim, ghaziya, belly-dancer... qualsiasi appellativo vogliate darle, la danzatrice è prima di tutto una donna. La conflittualità che nasce dal doversi misurare con una società prevalentemente machista ci induce a mettere in ombra la nostra essenza, erroneamente intesa quale sinonimo di fragilità. Ma lo scrigno dell'interiorità femminile è tutt'altro che fragile, e per prenderne coscienza è necessario riscoprire noi stesse e le nostre potenzialità.

La danza orientale non nasce per compiacere gli uomini e non è una lap dance araba, ma è la danza della donna per eccellenza eseguita per la donna, è l'esaltazione danzata dell'essenza femminile che ha ben chiaro il proprio potenziale. A differenza di molte altre attività, la danza del ventre non incontra limiti di età né di massa corporea: ogni donna, dall'infanzia alla maturità avanzata e con qualunque taglia può indistintamente praticarla traendone beneficio. Attraverso cerchi, onde e vibrazioni ogni danzatrice esprime se stessa e la sua femminilità con un linguaggio fisico e psichico individuale, affermando la propria personalità con convinzione. Il controllo sui movimenti, poi, amplia la percezione del corpo, schiudendo una consapevolezza interiore che sfocia inevitabilmente nel prendere atto delle proprie capacità nascoste.

La bellezza delle movenze non nasce solo da una tecnica impeccabile, bensì dall'ardore che la danzatrice sprigiona durante il ballo in modo del tutto personale, sussurrando il suo mondo interiore con gioia o malinconia, dalla sensualità alla tenerezza, fino all'allegria. Come ricordo spesso alle mie allieve è più coinvolgente un passo eseguito con passione, anche se relativamente impreciso, piuttosto che un movimento perfetto ma freddo, privo di emozione.

La pratica costante della danza orientale rimuove il velo adagiato sul nostro essere insegnandoci ad ascoltare, ad aprire il cuore alle sensazioni, così che, trasportate dalla musica, saremo in grado di liberare con gioia quell'intuitività prettamente femminile. Ma questo potenziale non resta confinato al ballo in sé. Silenziosamente, senza che ce ne accorgiamo, esso si spande come un lago nella nostra sfera di vita rendendoci coscienti delle nostre capacità e della ricchezza che custodiamo in noi stesse, tenendo ben presenti i nostri confini. Solo così potremo manifestare il nostro sé, con la consapevolezza di ciò che siamo e che siamo in grado di fare, spogliandoci dei timori, dei luoghi comuni e dei ruoli imposti.

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