Una particolare menzione merita lo stile arabo-andaluso, comunemente conosciuto come flamenco arabo, per la particolare passionalità che riesce ad esprimere nel suo orgoglio gitano.
Erroneamente creduto una fusione moderna tra il flamenco e la belly dance, lo stile arabo-andaluso affonda le sue origini nell'antico Maghreb, diviso in province e attraversato da numerosi stravolgimenti politico-sociali che videro fondersi diverse culture tra cui la persiana, la greca e l'egiziana, con altre proprie delle minoranze dei luoghi limitrofi. Le influenze apportate dalle dominazioni arabe e dai conflitti religiosi con i cristiani sfociarono in una lenta fusione tra culture, fusione che dilagò non solo in medioriente ma anche in parte dell'Europa. Gli spostamenti dei gitani infatti furono determinanti. I nomadi si mossero dall'India passando da Turchia, Iran, Armenia fino a toccare Cechia, Slovacchia, e con il sedentarismo a cui vennero forzati in Spagna, Italia e Francia dal XV secolo, diedero l'avvio alla mescolanza tra varie forme di danze e musica, generando il flamenco. Come conviene alle tradizioni, questa danza veniva tramandata secondo i dettami familiari dalla madre ai figli, con sfumature differenti a seconda del ceppo di provenienza. Il flamenco, con le sue contaminazioni, venne etichettato come danza popolare, quella propria di chi vive ai margini, di coloro che non si omologano. Questo seme popolare lo ritroviamo ancora oggi in alcuni balli tipici del Maghreb e dintorni, nel sud Italia con Pizzica e Taranta e in riadattate ricorrenze religiose quali, ad esempio, la Semana Santa spagnola.
In seguito nel '900, con il dilagare del fenomeno belly dance e l'apertura ad una visione più tollerante nei confronti della danza non ortodossa, anche il flamenco esce dai margini e fonde il suo vigore espressivo e prorompente con la delicatezza delle movenze del ventre, dando vita allo stile Andalus. La sua musica, sorta principalmente durante l'occupazione araba nei territori spagnoli, è un mix travolgente di ritmi flamenchi e arabi, su cui la ballerina utilizza nacchere o cimbali, lo scialle, tipico del folklore flamenco, viene usato in modo simile al velo e il movimento energico delle braccia e delle mani contrasta, senza mai stonare, con l'intensa sensualità della danza orientale, dando vita ad una danza decisamente viscerale.
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