giovedì 21 marzo 2013

Ostara, equinozio di primavera

Calore, fertilità, movimento, rinnovamento, rinascita.
Tutto questo è racchiuso nella simbologia del 21 marzo, l'equinozio di priamvera, che attraverso i secoli e per ogni antico popolo rappresenta il risveglio e la rivincita della vita dopo le lunghe e fredde notti invernali. Le antiche tradizioni ricollegano il primo giorno di primavera alle ascese delle diverse divinità dagli inferi, che altro non è che il trionfo della vita sulla morte, la speranza che non muore nella terra che rifiorisce.

Nella tradizione germanica pre-cristiana, l'equinozio di primavera corrispondeva alla festa di Ostara, divinità femminile della fertilità a cui venivano officiati riti devozionali che celebravano sia il ritorno della Dea dagli inferi che la fertilità ridestata, attraverso rituali di accoppiamenti sacralizzati. Durante la celebrazione dei riti veniva inoltre acceso un cero dalla sacerdotessa con lo scopo di richiamare all'inizio della vita, il calore nascente, la fertilità.

I simboli di Ostara inoltre erano la lepre e le uova: la dea infatti veniva raffigurata con una testa di lepre. Narra il mito che la lepre in precedenza altri non era che un uccellino ferito, trasformato in lepre dalla dea per superare l'inverno gelido. La mutazione tuttavia non fu totale, e la lepre continuava a produrre uova. Le uova invece rappresentano l'embrione cosmico della vita e della nascita. Simboli, come possiamo notare, furono in seguito assorbiti e fatti propri dal cristianesimo.

Nel ciclo della vita della morte, Ostara rappresenta la rinascita, “l'alba della terra” (equinozio in gallese, appunto), il ritorno della vita dopo la morte invernale. E' l'entusiasmo dell'inizio, il principio della ricerca, l'incipit della danza.

Come Ostara, altre tradizioni si trovano similmente a celebrare la rinascita dopo l'inverno: Ostara è Freya che torna sulla Terra per cercare Odino e sparge oro dalle sue lacrime, è Persefone che riemerge dall'oblìo dell'ade dopo sei lunghi mesi al pari di Adon, divinità assiro-babilonese, il quale dopo l'inverno si ricongiunge con la dea Ishtar.

La danza è sempre stata presente per sacralizzare la vita e ritualizzare i momenti di passaggio e di cambiamento. La vita è movimento, espansione, energia, e il movimento è danza. Meglio dei popoli antichi, chi poteva saperlo?

Felice Ostara, e danzate la primavera!



giovedì 7 marzo 2013

Festeggiamo l'8 marzo

Spogliarelli maschili? Cene rigorosamente tra donne? Perché invece non festeggiare una delle ricorrenze più controverse e discusse dei nostri tempi con una genuina serata in teatro? Una serata tutta al femminile, organizzata al Teatro del Popolo di Castelfiorentino, in cui verranno messe in scena tematiche ironiche e impegnate sul tema dei diritti della donna, sulla violenza, i silenzi, ma anche su quella forza e tenacia tutta rosa di cui solo le donne sono capaci.

Il tutto si esprimerà con performance teatrali, poetiche, canti e danze di vario genere, con un piccolo spazio dedicato alla danza orientale tenuto dalla sottoscritta, all'interno della rappresentazione teatrale. Una buona occasione per gustare quel sapore dolce e deciso del lato emotivo femminile, per riflettere e creare comunanza e per rendere omaggio ad una giornata che racchiude in sé un significato profondo, di un sacrificio che va ben oltre l'industria del consumismo e del divertimento.

Ricapitoliamo: Castelfiorntino, Teatro del Popolo, ore 21:00. In omaggio a tutte le Donne si festeggia con performance teatrali, canore, danzerecce, con l'angolo orientale curato dalla vostra Alessandra Manaar.

Alessandra Manaar al teatro del Popolo di Castelfiorentino, 2011