martedì 29 marzo 2011

Belly dance day Tuscany: la Maratona di danza del ventre

Una vera e propria Maratona quella di domenica 27 marzo a Prato, alla palestra Corpus in via Roma. Ma una maratona particolare, fatta di musica, monetine che tintinnano, mille colori in movimento e tanti sorrisi. Una giornata unica, interamente dedicata al ballo e abilmente organizzata da sei professioniste della dimensione danza orientale.

Maryem, Shahinaz, Nadia Nawaar, Kasia, Martina Mahtab e Parvani hanno saputo rendere un degno omaggio alla danza nelle sue diverse forme a suon di seminari intensivi con sensuale Sharki, dinamico Fushion, civettuolo Melaya e ancora con danze del Cabaret egiziano, lo stile Gothic e l'Egiptian pop. Ma non solo: facendo qualche passo tra le sale, si scoprivano accenni sul goliardico Burlesque, l'allegrissimo Bollywood, poi lezioni con cimbali e bastone, e le meravigliosamente sfacciate danze gawazee. Per tutti i gusti, per tutti i livelli, nessuno escluso.

Una giornata densa di emozioni, curiosità, impegno, colma di piccole perle di conoscenza donate a tante, tantissime ragazze unite insieme dall'amore per la danza. Ottima compagnia ma soprattutto, ottime insegnanti.

Un momento del Belly dance day: con Maryem (al centro con i pantaloni azzurri) dopo il seminario di Cabaret egiziano

lunedì 28 marzo 2011

Da dove comincio?

Come iniziare il viaggio nella danza orientale? Esistono molti stage, seminari e DVD con cui scoprire danze e stili diversi ma, a meno che il seminario non specifichi un livello per principianti assoluti, per le neofite sarebbe meglio partire con un corso base presso una scuola di danza o una palestra. L'essere seguite costantemente da un'insegnante aiuta a correggere più facilmente gli errori, ad apprendere meglio e più in fretta e a vivere un'atmosfera corale che dona tranquillità e sicurezza. Solitamente le lezioni durano un'ora o un'ora e mezza con frequenza settimanale di un giorno o due, pertanto è necessario provare anche a casa per mantenersi in esercizio e non dimenticare quanto appreso.

Potete cimentarvi con qualunque stile vi stuzzichi, dal Raqs Sharki al Tribal, purchè sia un primo livello. Personalmente consiglio di iniziare dallo Sharki, che immette direttamente nel mondo della danza tradizionale araba e facilita l'apprendimento di contaminazioni diverse e più complesse che si volessero sperimentare in seguito.

Avendo poi acquisito una certa padronanza su tecnica e passi, è possibile seguire degli stage specifici extra corso con cui approfondire lo studio della danza, tramite insegnanti diversi con cui scoprire stili mai provati, combinazioni nuove e l'uso di vari di strumenti. Mi raccomando, controllate sempre il livello o gli anni di danza richiesti per parteciapre agli stage!

Tuttavia, l'obiettivo più importante è vivere la danza come un momento di liberazione, gioia e scoperta di se stesse, quindi non siate troppo rigide nel perfezionare la tecnica, che è certamente importante ma è non tutto... la vostra danza sarà unica e meravigliosa se lascierete fluire come un fiume la passione che è in voi!

giovedì 24 marzo 2011

Falsi cliché e smentite convinzioni

Tintinii, veli, luci soffuse, ritmi cadenzati... La curiosità si fa strada e alimenta una crescente voglia di provare. Prima di suggerire come partire, però, è importante sfatare certi luoghi comuni sulla danza del ventre. Alcuni accenni sono stati già dati ma... repetita iunant! Quindi, è bene sapere che:

Non è necessario essere magre: molte ragazze si sentono inibite dal provare a causa delle proprie forme. Sbagliatissimo! La danza orientale ammette tutte le taglie, inoltre la rotondità spesso aiuta a rendere i movimenti più fluidi e sinuosi, molto gradevoli a vedersi.

Non ci sono limiti di età: giovani, giovanissime e donne mature possono affacciarsi senza discriminazioni su questa affascinante dimensione orientale. Addirittura anche le bambine e le donne incinte possono imparare la danza del ventre, in quanto apporta benefici sia per la crescita che per le fasi della gestazione: nei Paesi arabi, infatti, la danza viene insegnata ai piccoli fin dalla tenera età e continua ad essere praticata anche durante la gravidanza.

Non è una danza osé: spiacente deludere chi si aspetta di assistere ad uno spettacolo hard, ma come già specificato in precedenza, la danza orientale non è una lap dance araba ma una vera e propria espressione artistica, che comprende le sfumature più suggestive della sfera emotiva ed emozionale della danzatrice. La seduzione e la sensualità ne sono la sublimazione.

Non è solo per donne: ebbene sì, nonostante sia la danza della donna per eccellenza, gli uomini possono imparare la danza orientale! Com'è noto, nella cultura araba il ballo è un modus vivendi sia per i maschi che per le femmine, fin dall'infanzia. Ovviamente la variante maschile riguarda il folklore, non si chiama danza del ventre e la tecnica differisce dal nostro sharki in quanto l'attenzione si concentra su movimenti energici e decisi, salti e giochi di gambe anziché sulla morbidezza di bacino e petto. Tra l'altro, molti eccezionali maestri di danza del ventre sono proprio uomini.

Nessuno nasce imparato: è facile scoraggiarsi se i movimenti non risultano subito perfetti, ma tenete presente che è solo questione di tempo ed esercizio: anche le più abili master class sono partite da zero. Costanza e dedizione ripagano sempre!

Eliminati, dunque, falsi miti e leggende metropolitane, non resta altro che muovere i primi passi...

martedì 22 marzo 2011

Al Andalus: lo stile arabo-andaluso

Una particolare menzione merita lo stile arabo-andaluso, comunemente conosciuto come flamenco arabo, per la particolare passionalità che riesce ad esprimere nel suo orgoglio gitano.

Erroneamente creduto una fusione moderna tra il flamenco e la belly dance, lo stile arabo-andaluso affonda le sue origini nell'antico Maghreb, diviso in province e attraversato da numerosi stravolgimenti politico-sociali che videro fondersi diverse culture tra cui la persiana, la greca e l'egiziana, con altre proprie delle minoranze dei luoghi limitrofi. Le influenze apportate dalle dominazioni arabe e dai conflitti religiosi con i cristiani sfociarono in una lenta fusione tra culture, fusione che dilagò non solo in medioriente ma anche in parte dell'Europa. Gli spostamenti dei gitani infatti furono determinanti. I nomadi si mossero dall'India passando da Turchia, Iran, Armenia fino a toccare Cechia, Slovacchia, e con il sedentarismo a cui vennero forzati in Spagna, Italia e Francia dal XV secolo, diedero l'avvio alla mescolanza tra varie forme di danze e musica, generando il flamenco. Come conviene alle tradizioni, questa danza veniva tramandata secondo i dettami familiari dalla madre ai figli, con sfumature differenti a seconda del ceppo di provenienza. Il flamenco, con le sue contaminazioni, venne etichettato come danza popolare, quella propria di chi vive ai margini, di coloro che non si omologano. Questo seme popolare lo ritroviamo ancora oggi in alcuni balli tipici del Maghreb e dintorni, nel sud Italia con Pizzica e Taranta e in riadattate ricorrenze religiose quali, ad esempio, la Semana Santa spagnola.

In seguito nel '900, con il dilagare del fenomeno belly dance e l'apertura ad una visione più tollerante nei confronti della danza non ortodossa, anche il flamenco esce dai margini e fonde il suo vigore espressivo e prorompente con la delicatezza delle movenze del ventre, dando vita allo stile Andalus. La sua musica, sorta principalmente durante l'occupazione araba nei territori spagnoli, è un mix travolgente di ritmi flamenchi e arabi, su cui la ballerina utilizza nacchere o cimbali, lo scialle, tipico del folklore flamenco, viene usato in modo simile al velo e il movimento energico delle braccia e delle mani contrasta, senza mai stonare, con l'intensa sensualità della danza orientale, dando vita ad una danza decisamente viscerale.

mercoledì 16 marzo 2011

Gli strumenti della danza e della musica araba

Velo, bastone, spada. Ma c'è di più. La bellezza della danza orientale, già meravigliosa per i suoi movimenti, viene arricchita da una serie di strumenti che la rendono davvero unica.

Con una coppia di piattini assicurati tra l'indice e il pollice di entrambe le mani, la danzatrice scandisce il ritmo mentre esegue una danza generalmente allegra e movimentata. Essi sono i zagat o cimbali: uno strumento molto antico appartenente alla tradizione araba, dall'origine ritualistico-propiziatoria.
Tamburello duff

I zagat rientrano tra gli strumenti a percussione utilizzati dalla danzatrice, tra cui troviamo anche il duff: relativo al tamburello inglese, è ricoperto da pelle di pesce sulla cui superficie la ballerina batte il tempo e da due file di piattini tutt'intorno. Viene utilizzato durante le tipiche danze popolari.

Ali di Iside
Un'oggetto moderno ma sempre affascinante utilizzato nella danza del ventre sono le ali di Iside: due aste rigide alle quali sono attaccate delle stoffe di leggera organza a pieghe che, con il movimento delle braccia, creano un effetto scenico davvero sorprendente, riproducendo appunto il movimento delle ali.

Una danza curiosa è quella con il candelabro, tipica egiziana, che la danzatrice esegue durante i matrimoni e le celebrazioni tenendo in equilibrio sulla testa, appunto, un candelabro. Una variante di questo stile è l'utilizzo delle candele, solitamente tonde e tenute nei palmi delle mani, che risultano molto d'effetto sia nelle performance lente e sensuali che per le entrate in scena grazie all'atmosfera soffusa che creano. La luce emanata dalle candele, o dal candelabro, simboleggia la guida durante il cammino, scaccia le tenebre, e sostanzialmente è una danza augurale: che il cammino della vita venga rischiarato dalla luce.

Danza con le candele, variante della danza con il candelabro

La sonorità araba inoltre si differenzia per i particolari strumenti musicali a percussione, a corde e a fiato che accompagnano ogni danzatrice.

Darbuka o Tabla

Ud
Oltre al già citato duff, utilizzato non solo dalla danzatrice ma anche dai musicisti, il darbuka, ossia la famosa tabla, è lo strumento a percussione maggiormente utilizzato per i balli ritmati. Presenta la forma di una coppa e può essere di terracotta o metallo, la superficie solitamente è composta da pelle di capra o pesce, unita al bordo da sottili fili intrecciati.

Tra gli strumenti a corde troviamo l'Ud, ("legno") considerato dagli arabi "il sultano degli strumenti a corde" per la sua importanza nella cultura mediorientale. L'ud è una sorta di liuto dal manico corto dotato di cinque o sei corde.

Il quanun invece è di ottone e legno, anche questo a corde, dalla curiosa forma a trapezio. Differente invece è il rabab, dotato di manico largo e di due corde di crine suonate tramite un archetto, che rallegra le danze popolari egiziane.
Rabab

Zurna
Tra gli strumenti a fiato più importanti ricordiamo il nay, ossia il flauto dolce annoverato tra gli strumenti più antichi, e lo zurna, flauto dalla silouette simile ad una tromba che presenta sette fori e dal quale si diffondono gioiose melodie.
Nay





E ora... che voglia di danzare!

lunedì 14 marzo 2011

STAGE DI DANZA ORIENTALE


Stage di Raqs Sharki Tradizionale, con ALESSANDRA MANAAR

Due incontri con cui scoprire e approfondire i movimenti principali della danza orientale per poi formare una coreografia su meravigliose note di melodie orientali.

Lo stage è di livello principianti: è rivolto a chi si affaccia per la prima volta sul mondo della danza orientale e per coloro che hanno già un minimo di esperienza, ma desiderano perfezionarne lo studio.

PROGRAMMA:

I incontro, domenica 20 marzo
Riscaldamento, postura, respirazione. Movimenti principali di bacino, petto, braccia, testa. Utilizzo delle mani e isolamento delle parti del corpo, shimmies e combinazioni tra i passi studiati. Creazione di una coreografia (prima parte).

II incontro, domenica 3 aprile
Riscaldamento, postura, respirazione. Ripasso dei movimenti principali e shimmies. Introduzione alla danza a terra. Danzare su melodia e ritmo: approccio. Creazione finale di una coreografia su quanto appreso.

Durante le lezioni ci saranno alcune spiegazioni sulle origini della danza orientale e sulla simbologia dei movimenti.

GIORNI, LUOGO E ORARI:

Domenica 20 marzo e Domenica 3 aprile, ore 14:30 - 17:30, palestra "BODY PLANET", Via Roubaix 31, Prato.

INFO

Costo: percorso completo di entrambi i giorni: 65 euro; una singola giornata: 45 euro.

Per info sul pagamento:
contattare tramite mail:
Alessandra Manaar alebarreca[at]gmail.com

Oppure rivolgersi alla Reception palestra Body Planet: 0574.401401, entro il 19 marzo per il primo incontro, entro il 1 aprile per il secondo.

Per chi volesse partecipare ad una singola data è possibile effettuare pagamenti separati.

Yalla!!!

giovedì 10 marzo 2011

A ognuna il suo... stile

Molti Paesi, molte danzatrici, stili diversi. A seconda dei differenti luoghi di provenienza, delle tradizioni e delle inevitabili contaminazioni, la danza orientale propone una gamma di caratteristiche e sfumature talmente varie da avere l'imbarazzo della scelta. Ma anche più d'una...

Doppio velo
Il Raqs Sharki o più precisamente Raqs Al-Sharki, la danza d'oriente, è lo stile classico egiziano in cui la danzatrice esprime emozioni intense, profonde e passionali. Esso infatti presenta movimenti eleganti, raffinati, molti dei quali eseguiti in punta di piedi, a differenza del Baladi, la danza popolare. Considerato la madre del Raqs Sharki, lo stile Baladi si caratterizza per movimenti più marcati e incisivi, piccoli salti e passi che esprimono una leggerezza diversa rispetto alla profondità dello Sharki. La musica inoltre è un crescendo continuo che passa dal malinconico fino a ritmi più movimentati di tabla (percussioni).

Salomè, di Franz von Stuk
La danza con il velo, elegante, delicata e sensuale, è stata introdotta nel XX secolo nei Cabaret egiziani diventando in breve una tra le danze più diffuse nel Raqs Sharki. Con il velo la danzatrice racconta se stessa in una storia di dolcezza ed abilità raffinata, talvolta utilizzando anche il doppio velo. Ma questo stile rivendica un'origine ben più antica: si rifà alla biblica danza dei sette veli con cui Salomè, con ammalianti movimenti lenti e sensuali, si denudò poco a poco lasciando cadere uno per volta i suoi veli, tanto da sedurre re Erode ed ottenendo così la decapitazione di Giovanni il battista.

Danza col bastone
Sui ritmi Saidi si balla con il bastone, il Raqs Al-Assaya, che nasce nella regione del Said e proviene da un retaggio marziale: il Tahtib, dove il bastone veniva utilizzato come arma di attacco e difesa. E' un tipo di danza che può essere eseguita sia dagli uomini che dalle donne, con modalità differenti: gli uomini utilizzano una massiccia canna di bambù per riproporre movimenti acrobatici e scene di combattimento, le donne invece antepongono la grazia e la sinuosità dei passi, esternando certo atteggiamento canzonatorio nei confronti della virilità maschile.

Danza con la spada
Molto particolare è la danza con la spada, nella quale la danzatrice unisce una straordinaria abilità e capacità di concentrazione ad una sensualità indiscutibile. Il Raqs Al-Sayf risale ai tempi in cui le donne, catturate come bottino di guerra o comprate come schiave, venivano portate all'interno degli harem. Durante le loro esibizioni per compiacere il ricco signore, alcune prigioniere sottraevano la scimitarra alle guardie in segno di sfida. Una sorta di ribellione muta in cui la ballerina danzava sensualmente ponendo l'arma in equilibrio sulla testa e in altre parti del corpo, per dimostrare senza paura che anche se quella spada avesse deciso della sua sorte, la sua anima sarebbe stata sempre e comunque libera.

Ma la danza del ventre incontra anche la modernità: il Tribal style nasce negli anni '80 negli Stati Uniti, per diffondersi in seguito in tutta Europa. La novità del Tribal riguarda i movimenti perfettamente sincoronizzati tra le danzatrici, passi semplice e scatti di bacino con marcato isolamento delle parti del corpo, ma anche l'abbigliamento, che propone un mix arabo e africano. il Tribal nasce come danza di gruppo, scostandosi dal contesto tradizionale del Raqs Sharki e sviluppando col tempo stili diversi nel suo interno, tra cui sono meritevoli di menzione il Tribal Fushion, che può essere svolto anche da solista e si fonde con la danza indiana, yoga e break dance, e lo stile Gothic, curioso e particolare, caratterizzato da forti tinte dark, sonorità medievali o addirittura metal.

Stile Tribal
Ma non dimentichiamo il folklore, peculiare di ogni regione mediorientale e di cui troviamo moltissimi stili. L'elenco sarebbe lunghissimo, ma sono sicuramente da evidenziare il folk tunisino, marocchino e dei Paesi del Golfo.

Nella danza tradizionale tunisina ritroviamo elementi arabi, andalusi e ottomani sia a livello musicale, negli stili che nei ritmi. Ciò rispecchia i flussi migratori e i cambiamenti politici che hanno attraversato il Paese influenzandone la cultura. La sonorità, come la danza, si caratterizza per la sua allegria, la danzatrice tunisina ha un portamento elegante, perfetto, i suoi movimenti, delicati e precisi, si sposano armoniosamente sia con la danza a terra che con le energiche ondulazione e movimenti laterali del bacino. Il ventre, ossia il concetto di fertilità, è l'elemento centrale in questo folklore dagli abiti colorati (il vestito tradizionale, il melia). La cintura ornata con ampi fiocchi e nastri che cinge la vita, esalta i movimenti di bacino su ritmi di un crescendo continuo. Le braccia accompagnano ed evidenziano l'ondeggiare dei fianchi o si muovono semplicemente per sfoggianre deliziose decorazioni arabescate. La danza tunisina maschile, invece, pone l'attenzione sui movimenti ritmati delle gambe, esprimendo una forte, allegra energia. La danza considerata il simbolo nazionale tunisino è lo Shaabi, la cui origine beduina non appartiene ad una regione in particolare. Lo Shaabi presenta accenti molto ritmati e gioiosi, e viene svolta durante eventi festosi quali matrimoni, ritrovi tra donne o circoncisioni.

Le danze folkloristiche marocchine invece si riallacciano ai maggiori avvenimenti quotidiani, caratterizzando fortemente l’identità dei marocchini. Sono balli differenti tra loro a seconda alle città o delle diverse campagne da cui provengono. La grande varietà, sia musicale che degli stili marocchini, si possono considerare come il riflesso delle contaminazioni culturali che hanno percorso il Paese e si snodano tra influenze musicali ebree, greco-romane, andaluse e africane, passando ovviamente da quelle arabe per giungere fino alle berbere.

Spostandoci un po' troviamo il Khaliji che, come ci suggerisce il nome, è la danza "dai Paesi del Golfo", anche chiamata la "danza dei capelli" per i particolari movimenti che mettono in primo piano la chioma della ballerina. I suoi movimenti sono continui e ritmati, busto spalle e testa hanno un ruolo principale insieme ai piedi, che muovono il tipico "passo di Khaliji", cadenzato e ripetuto. L'abito ampio e tradizionale, il Thobe, nasconde i movimenti di petto e bacino che non devono essere posti in rilievo, ma ciò nonostante la sensualità della danzatrice non viene smorzata. E' una danza fresca, colma di gioia ma sa essere anche passionale, che spoglia il cuore dalla pesantezza e sprigiona ondate di armonia. (In alto: video di una splendida performance Khaliji della maestra Kamal Ballan)

Ma i vari tipi di danze non finiscono certo qui: esse solitamente vengono arricchite con oggetti particolari, accompagnate dalla coinvolgente sonorità di determinati strumenti musicali e... al prossimo post!